

Fanny e Alexander
1 stagione • 1984 • Conclusa

Drammatico
Fanny e Alexander è una produzione televisiva del regista svedese Ingmar Bergman, licenziata in una prima versione di cinque ore studiata per una eventuale suddivisione in puntate, successivamente convertita in una versione per il cinema di una durata di circa tre ore.
Summa e testamento del regista, Fanny e Alexander è anche un film autobiografico, un atto d’amore per l’arte della rappresentazione (lanterna magica, marionette, magia, cinema e teatro sono in fondo la stessa cosa) alla quale Bergman ha dedicato tutta la sua vita d’artista.
Nel 1907, in una città della provincia svedese, l'agiata famiglia borghese degli Ekdahl festeggia il Natale in casa di nonna Helena. La famiglia, ma più in generale il mondo intero, sono osservati con gli occhi innocenti e visionari dei due bambini Fanny e Alexander, figli del direttore del teatro locale Oscar. Alle vicende di Fanny e Alexander si intrecciano quelle personali degli zii Gustav Adolf e Carl. Quando la malattia porta alla morte Oscar, la madre di Fanny e Alexander, Emilie, trova conforto nella religione e finirà per sposare il pastore protestante Vergérus. La vita dei due bambini subisce un grande e brusco cambiamento, dalla dimora sontuosa e ricca di giochi dovranno adattarsi alla rigidità e all’austerità della canonica e conosceranno la durezza din un mondo crudele… Alla fine del film la nonna Helena ha di nuovo finalmente tra le braccia l’adorato nipotino Alexander, e legge per lui le parole de Il sogno di August Strindberg:
«Tutto può accadere, tutto è possibile e verosimile. Il tempo e lo spazio non esistono. Su una base insignificante di realtà l’immaginazione fila e tesse nuovi disegni».
Fanny e Alexander è una produzione televisiva del regista svedese Ingmar Bergman, licenziata in una prima versione di cinque ore studiata per una eventuale suddivisione in puntate, successivamente convertita in una versione per il cinema di una durata di circa tre ore.
Summa e testamento del regista, Fanny e Alexander è anche un film autobiografico, un atto d’amore per l’arte della rappresentazione (lanterna magica, marionette, magia, cinema e teatro sono in fondo la stessa cosa) alla quale Bergman ha dedicato tutta la sua vita d’artista.
Nel 1907, in una città della provincia svedese, l'agiata famiglia borghese degli Ekdahl festeggia il Natale in casa di nonna Helena. La famiglia, ma più in generale il mondo intero, sono osservati con gli occhi innocenti e visionari dei due bambini Fanny e Alexander, figli del direttore del teatro locale Oscar. Alle vicende di Fanny e Alexander si intrecciano quelle personali degli zii Gustav Adolf e Carl. Quando la malattia porta alla morte Oscar, la madre di Fanny e Alexander, Emilie, trova conforto nella religione e finirà per sposare il pastore protestante Vergérus. La vita dei due bambini subisce un grande e brusco cambiamento, dalla dimora sontuosa e ricca di giochi dovranno adattarsi alla rigidità e all’austerità della canonica e conosceranno la durezza din un mondo crudele… Alla fine del film la nonna Helena ha di nuovo finalmente tra le braccia l’adorato nipotino Alexander, e legge per lui le parole de Il sogno di August Strindberg:
«Tutto può accadere, tutto è possibile e verosimile. Il tempo e lo spazio non esistono. Su una base insignificante di realtà l’immaginazione fila e tesse nuovi disegni».
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